Esami diagnostici
La visita del paziente, in particolare se è un paziente con una sospetta patologia proctologica, va eseguito in un ambiente tranquillo. Il paziente deve sentirsi per quanto possibile rilassato e a suo agio; è infatti spesso preoccupato sia per la natura della malattia che lo affligge che per l'eventualità di una diagnosi neoplastica. È inoltre imbarazzato per il tipo di esame che deve affrontare. L'imbarazzo del paziente è comunque notevolmente ridotto dalla posizione che gli si fa assumere per l'esame proctologico; la posizione sul fianco sinistro è la migliore accettata.
Essa comporta 3 tempi: ispezione, esplorazione perianale-anale e rettale, anoscopia. Non è necessaria nessuna preparazione. Il malato viene posto in decubito laterale sin. Bisogna illuminare perfettamente la regione ano perineale con lo specchio frontale. Nell’esplorazione rettale il paziente deve essere il più possibile rilassato e persuaso che si tratta, in assenza di una patologia “particolarmente “ dolorosa, di una manovra talvolta fastidiosa ma generalmente indolore.
Se c’è una zona particolarmente dolente, ad esempio per una ragade, ciò va chiarito nei limiti del possibile prima dell’esplorazione, perché in tal caso l’esplorazione anale va praticata cercando di scaricare la pressione del dito nella zona opposta. L’anoscopia rappresenta il tempo principale e indispensabile della visita proctologica e viene effettuata con uno strumento rigido: l’anoscopio.
Bisogna saper rassicurare il malato, metterlo a proprio agio e sdrammatizzare questo momento, spesso psicologicamente difficile da accettare. Attenzione! di fronte a un ano stretto, stenotico o spasmizzato o a malati “particolarmente sensibili”, si utilizzerà dapprima un anoscopio di piccolo calibro (anoscopio pediatrico).
Così, grazie a una visita proctologica ben fatta, ogni medico può giungere a una diagnosi di lesione anale, ma indipendentemente dal fatto che egli abbia o no reperito la lesione che giustifichi i vari sintomi abituali, segnatamente il sanguinamento, deve in ogni caso sottoporre il malato a due indagini endoscopiche ambulatoriali, complementari fra loro: la rettosigmoidoscopia, completata, se necassario, dalla colonscopia e/o dal clisma opaco a doppio contrasto.
Viene effettuata con uno strumento flessibile che permette di visualizzare il retto e il sigma, a volte ci si può spingere oltre; è un esame che si può eseguire in prima istanza, a volte senza preparazione, subito dopo l’anoscopia, durante la prima visita.
E’ un esame facile da eseguire, non doloroso e non necessita di alcuna anastesia. Si pone il paziente in decubito laterale sinistro, posizione più confortevole,meglio accettata e la sola possibile nei soggetti con handicap motori. L’esame rettosigmoidoscopico dev’essere eseguito sistematicamente.
Permette di far diagnosi differenziale di una patologia associata o isolata a monte , di tipo infiammatorio, parassitario e soprattutto neoplastico, i cui sintomi sono spesso in comune. L’importanza della rettosigmoidoscopia risiede soprattutto nella possibilità di diagnosticare precocemente numerose lesioni in fase iniziale, poichè i tre quarti delle lesioni tumorali del colon, segnatamente gli adenomi, risiedono nel rettosigma.
L’esame permette di visualizzare tutto il colon e viene effettuato con uno strumento flessibile, il colonscopio. Richiede una preparazione intestinale per una buona pulizia del colon, molto importante.
La maggior parte degli endoscopisti inizia l’esame col paziente in decubito laterale sinistro ma tale posizione si può cambiare durante l’esame o esercitare pressioni sull’addome per aiutarsi.
Cercando di insufflare meno aria possibile si arriva al ceco dove si può evidenziare l’orifizio dell’appendice e la valvola ileo-cecale che può essere superata visualizzando fino a 25-30cm l’ultima ansa ileale.
E’ a questo punto, retraendo lo strumento, che inizia la vera visualizzazione del colon: si possono così vedere direttamente le lesioni, possono essere praticati prelievi bioptici e, se possibile, asportati polipi (sia sessili che peduncolati) anche di notevoli dimensioni. L’esame deve essere effettuato da medici esperti.
A chi mi domanda se l’esame risulta doloroso rispondo che dipende: a) dal paziente (più o meno sensibile), b) dalla morfologia del colon ( lunghezza del colon che spesso offre maggiore difficoltà), c) dalla pulizia dell’organo (più risulta pulito, meno si gonfia e meno fastidioso è l’esame, d) dall’esperienza dell’endoscopista.
La colonscopia, comunque, può essere effettuata anche in sedazione, cioè il paziente, con l’aiuto di un anestesista e l’uso di farmaci ansiolitici ipnotici, dorme per tutta la durata dell’esame risvegliandosi alla fine di esso.
A maggior ragione, in caso di esame in sedazione , è importante l’esperienza dell’endoscopista dal momento che il paziente non è collaborante.
E’ un esame radiografico che consente di studiare il meccanismo della defecazione. Si analizza così la morfologia , il contenuto e lo svuotamento dell’ampolla rettale, l’angolo tra l’asse maggiore dell’ampolla rettale e la direzione del canale anale, la direzione dell’asse maggiore dell’ampolla, l’impronta del muscolo puborettale, i movimenti del piano pelvico, l’ampiezza del canale anale e l’imbuto anorettale durante la defecazione. Il paziente, sdraiato sul fianco, riceve un clistere di bario e successivamente , un’ora dopo, si siede su un’apposita sedia radiologica dove dovrà effettuare le manovre di una normale defecazione.
A questo punto, mentre il paziente espelle il materiale introdotto, vengono eseguite delle radiografie. L’esame è del tutto indolore e può fornire informazioni importanti in alcune patologie: prolasso del retto, stitichezza da ostruita defecazione, intussuscezione, rettocele.
E’ la registrazione delle pressioni esistenti a livello dell’ano. E’ indicata nelle stipsi ribelli, gravi e soprattutto nelle turbe della continenza.
Si effettua con una sonda munita di palloncini che viene collegata a rilevatori di pressione e a un apparecchio di registrazione.
Si introduce la sonda prima nell’ampolla rettale e poi successivamente nel canale anale in modo che i (due) palloncini possano misurare le pressioni : in condizioni basali, durante lo sforzo di ritenzione, ritenzione massima, sforzo di spinta, colpo di tosse o manovra di Valsalva.
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Il Dott.Cei offre i seguenti servizi:
visite, visite proctologiche, anoscopia, rettosigmoidoscopia, colonscopia ed esofagogastroduodenoscopia diagnostica e operativa, trattamento medico e chirurgico delle patologie a parte indicate, trattamento stenosi anale: anoplastica di allargamento, interventi di chirurgia gastroenterologica: colecistectomia laparoscopica
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Dott. Andrea Cei
Medico Chirurgo, specialista in chirurgia generale, chirurgia dell'apparato digerente ed endoscopia digestiva, proctologia, esami endoscopici e disturbi del tratto intestinale.
Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Pisa, 1977. Diploma Universitario di Colon-Proctologia presso l’Hopital Saint-Margerite di Marsiglia, 1991.
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