Nell'interrogare il paziente, e quindi nel raccogliere l'anamnesi, l'attenzione del medico può venire richiamata direttamente ad un settore anatomico quale il margine anale, il canale anale, il retto o talvolta il sigma e il resto del colon. Oppure vi sono segni aspecifici e indiretti che non consentono una localizzazione precisa della lesione (diarrea, stipsi, rettorragia) e possono non essere di pertinenza proctologica. Infine altri sintomi hanno solo un interesse secondario e richiedono il controllo del colon terminale (dolore alla fossa iliaca destra, coliche ecc.).
Si indicano le probabili correlazioni tra la sede delle affezioni e i vari sintomi. È ovvio che tali correlazioni sono soltanto indicative, perché un sanguinamento lieve che sporca le mutande può essere dovuto ad una lesione del margine anale, ma anche a lesioni più alte, così come un'emorragia con sangue rosso vivo può provenire sia dal cavo anale che dal retto o dal sigma se l'osservazione e il sanguinamento sono contemporanei. Inoltre non sempre è possibile far precisare al paziente la sede e la natura esatte del disturbo.
Se il dolore è provocato dalla defecazione fare un bidet caldo e cercare di ammorbidire le feci con un’alimentazione ricca di fibre (frutta e verdure). Consultare il coloproctologo perché potrebbe trattarsi di una ragade anale.
Se il dolore è accompagnato dalla comparsa di un rigonfiamento anale molto dolente eseguire bidet caldi. Appena possibile consultare un coloproctologo perché potrebbe trattarsi di emorroidi trombizzate.
Se il dolore è continuo e vivo e accompagnato dalla comparsa di un rigonfiamento perianale caldo e dolente potrebbe trattarsi di un ascesso perianale. Appena possibile consultare un coloproctologo.
Se il dolore anale compare di notte, improvvisamente e senza motivo, e poi in pochi minuti scompare potrebbe trattarsi di uno spasmo muscolare idiopatico dello sfintere anale.
La presenza di sangue durante l’evacuazione è un sintomo frequente. Il sangue può essere rosso vivo o più scuro (cioè parzialmente digerito). Il sanguinamento con sangue rosso vivo in genere è delle basse vie, quindi all’80% è di natura ano/rettale benigno (e spesso è di origine emorroidaria).
Può avvenire a goccia, a spruzzo, insieme alle feci o sulla carta igienica quando ci si pulisce dopo la defecazione.
Altre, comunque , sono le cause del sanguinamento: ragadi, polipi, diverticoli, tumori.
Da ricordare che la relazione sangue nelle feci-emorroidi non è ovvia, in quanto voluminose emorroidi possono essere del tutto asintomatiche mentre l’insorgenza di sangue in un soggetto con emorroidi può rappresentare la coincidenza di due patologie: un esame endoscopico a monte dell’ano (rettoscopia o eventualmente, se vi sono le indicazioni, colonscopia) è quindi indispensabile.
In altre parole la diagnosi di sanguinamento da emorroidi è una diagnosi di esclusione: prima bisogna accertarsi che a monte non vi siano altre patologie responsabili della rettorragia. Se il sangue presente nelle feci non è rosso vivo ma più scuro è necessaria una visita specialistica.
Comunque il sanguinamento è un sintomo essenziale soprattutto perché rappresenta il campanello d’allarme che fa correre il malato dal medico e che impone in ogni caso una visita proctologica completa.
È indispensabile che il malato precisi, prima di parlare di stitichezza e di vera o falsa diarrea, il carattere e il numero delle evacuazioni.
Si darà grande importanza alle turbe recenti della defecazione, andando alla ricerca di proposito dell’esistenza di falsi bisogni defecatori, accompagnati o meno da tenesmo e premiti con relativa emissione di gas o di muco, a volte di qualche goccia di sangue.
Si ricercheranno sistematicamente utili informazioni complementari, come le condizioni generali del malato: dimagrimento, astenia; l’igiene di vita, specialmente locale e alimentare (alcol, spezie); i costumi: è preferibile intuirli piuttosto che esigerne la conferma con insistenza; le possibili influenze: psicologiche (depressione, stress), farmacologiche (lassativi irritanti o drastici assunti per bocca o per clistere, o supposte, antibioticoterapia recente, anticoagulanti); anamnesi familiare positiva (poliposi, cancro dell’apparato digerente);soggiorni esotici, infezioni genitourinarie, allergie, affezioni cardiovascolari (varici, flebiti), diabete; le varie terapie utilizzate, mediche e chirurgiche.
Da ricordare che tutta questa anamnesi, di per sé molto orientativa, è spesso ingannevole: certi malati non comprendono l’importanza di tali domande e rispondono in maniera imprecisa e incompleta; altri esagerano il valore dei sintomi.
Il paziente comunque deve sapere che ogni modificazione delle abitudini dell’alvo rappresenta un sintomo importante che può mascherare malattie importanti, pertanto è indispensabile consultare uno specialista.
È percepita dal malato stesso: potrebbe trattarsi di escrescenze anomale a livello dell’ano o attorno a esso oppure di sensazione di una palla all’ano che esce dopo la defecazione. Le cause sono molteplici. Hanno in comune il fatto di allarmare il malato.
Si tratta di un sintomo banale che denuncia una lesione locale e locoregionale o una vera e propria malattia a componente psichica: giustifica sempre un ascolto attento e benevolo da parte del medico.
Può essere causato dalla presenza di malattie anali come ad es. emorroidi, ragadi, fistole, prolasso rettale, condilomi, o invece essere la spia di altre malattie come ad es. infezioni dermatologiche (batteriche, virali, fungine), stress, diabete, disordini metabolici, allergie.
In ogni caso è buona norma evitare di grattarsi, evitare di usare la carta igienica preferendo l’uso di acqua corrente possibilmente tiepida, asciugarsi tamponando e non strusciando la regione anale, usare saponi neutri.
Si può provare ad usare una qualsiasi crema utilizzata per i neonati (contengono ossido di zinco); nel caso il disturbo continui per alcuni giorni consultare un coloproctologo.
È importante tentare di capire se si tratti di:
• secrezioni purulente che possono essere legate ad un processo suppurativo anale o extra anale;
• secrezioni mucose che indurranno alla ricerca prima di tutto di una patologia retto colica (colite,cancro, tumore villoso);
• secrezione incolore o fluida in rapporto con una dermoepidermite perianale;
• perdita fecale per alterazioni funzionali dovute a ipocontinenza;
• perdita di semplice muco dovuta a emorroidi o a prolasso rettale.
Una volta comunque stabilito il sintomo è importante chiedere delucidazioni ad uno specialista.
Una diagnosi precoce mette al sicuro da fastidiosi problemi.
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Il Dott.Cei offre i seguenti servizi:
visite, visite proctologiche, anoscopia, rettosigmoidoscopia, colonscopia ed esofagogastroduodenoscopia diagnostica e operativa, trattamento medico e chirurgico delle patologie a parte indicate, trattamento stenosi anale: anoplastica di allargamento, interventi di chirurgia gastroenterologica: colecistectomia laparoscopica
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Dott. Andrea Cei
Medico Chirurgo, specialista in chirurgia generale, chirurgia dell'apparato digerente ed endoscopia digestiva, proctologia, esami endoscopici e disturbi del tratto intestinale.
Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Pisa, 1977. Diploma Universitario di Colon-Proctologia presso l’Hopital Saint-Margerite di Marsiglia, 1991.
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